La sfortuna comincia dal nome

Quando Anurag Dikshit nacque, avrebbe potuto pensare che il nome datogli fosse la sua più grande sfortuna. Poi passò dagli studi tecnici in India, a lavorare come consulente per AT &T negli Stati Uniti, per diventare un miliardario, riconosciuto come l’uomo più ricco di Gibilterra, e il numero 207 nell’elenco dei più ricchi del mondo di Forbes.

Ma quella ricchezza veniva da PartyGaming, l’operatore di casinò online da lui fondato e gestito, insieme a Ruth Parasol e Russ Deleon. Parasol aveva avviato la società, e aveva dato buona parte della proprietà a Dikshit in cambio della sua supervisione sui programmi e della sua esperienza tecnica. Ora la sfortuna che inevitabilmente segue un nome come Dikshit ha afferrato Anurag.

Dopo anni di caccia da parte delle autorità giudiziarie degli Stati Uniti per il coinvolgimento della sua PartyGaming nel gioco d’azzardo online, Dikshit ha deciso di pagare al governo degli Stati Uniti più di $ 300 milioni nella speranza che la sua collaborazione volontaria lo possa salvare dalla galera. La sfortuna di Dikshit è spettacolare, in molti modi. Mentre i principali rivali di PartyGaming nel poker online, Poker Stars e Full Tilt Poker, accettano ancora clienti dagli Stati Uniti, Dikshit e PartyGaming hanno abbandonato il mercato statunitense da anni.

Tuttavia, egli è braccato da una contorta applicazione del Wire Act, per ammissione, sotto costrizione, di essersi reso colpevole di reati federali. I soci di Dikshit alla PartyGaming, Parasol e Deleon, sopportano con calma l’aggressività degli Stati Uniti, nella speranza di un clima più mite sotto la prossima l’amministrazione Obama. Forse Dikshit potrebbe avere imparato una lezione dai suoi ex clienti e vuole vedere il bluff degli Stati Uniti. Dopo tutto, ora non è il momento giusto per lasciare la mano.

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Più di mille casinò chiudono a Mosca

L’agenzia di stampa russa RIA Novosti, riporta che almeno 1.000 casinò tradizionali sono stati chiusi a Mosca negli ultimi 18 mesi in base ad una legge approvata lo scorso anno che prevede di spostare il gioco dalle grandi città a regioni più lontane.

Parlando nella capitale russa, un funzionario del governo ha detto al Novosti che le chiusure si sono verificate in base alla legge disegnata per tenere a freno la crescente dipendenza dal gioco dei russi, legge approvata dal parlamento e firmata dall’allora presidente Vladimir Putin e che richiede ai casinò della capitale e di altre città di terminare le loro attività entro luglio 2009.

“Nello scorso anno e mezzo, più di 1000 negozi, gallerie d’arte, biblioteche, organizzazioni per bambini e cliniche sono state aperte nella città come risultato della chiusura dei casinò”, ha affermato il funzionario.

Da luglio 2009, i casinò saranno ammessi solo in determinate aree del territorio dell’Altai, in Siberia, nella lontana regione dell’est di Primoriye, nella enclave Balcanica di Kaliningrad e nella Russia del Sud, tutte zone con scarse entrate economiche.

I legislatori russi affermano che questo combatterà la dipendenza da gioco delle città principali e farà crescere le economie delle regioni più povere.

I critici sono convinti invece che i bilanci delle città al di fuori delle regioni permesse perderanno miliardi di dollari in entrare erariali, e prevedono un aumento del gioco illegale.

Gli investimenti sui progetti di costruzione di questi nuovi siti di gioco, nelle regioni scelte, sono stati finora piuttosto lenti, con la crisi economica globale che stringe i cordoni delle borse dei governi locali e delle aziende.

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Giocatore ubriaco confonde un tavolo reale per un poker online

I direttori di sala, i giocatori ed i dealers presenti nella sala da poker del Grand, confermano che un giocatore di Texas Holdem, assolutamente sbronzo, ha fatto fatica a separare le simili, ma pur sempre diverse, realtà del poker online e di quello tradizionale.

L’ubriaco, identificato dal personale del casinò come un turista del Michigan, Evelio Alderdice, in primo luogo ha attirato l’attenzione su di sé chiedendo ai giocatori di smettere di nascondere il numero delle loro fiches. Quando è stato incalzato, Alderdice ha spiegato “Vorrei essere in grado di vedere la quantità, la quantità delle loro fiches. Li stanno nascondendo, questa è una truffa. Cameriera! ”

Gli altri giocatori, un po’ confusi, hanno lasciato correre i commenti, dal momento che Alderdice è piombato in un silenzio inebriato. Dopo un’altra uscita dello stesso tipo, tuttavia, il giocatore Justin Lowry ha fatto due più due. “Ha iniziato a urlare che prima di andare in bagno aveva premuto post e quindi avrebbe dovuto ricevere le carte, ricorda Lowry. Non avevo capito, finchè non ha fatto riferimento ad un Time Bank (credito di tempo) e che poteva poteva andare in bagno e tornare in meno di 2 minuti. A questo punto, cavolo, ho capito! Questo tizio pensava giocare online.

Nel corso della serata, Alderdice ha mostrato segni ancora più evidenti della sua incapacità di distinguere tra la versione tradizionale del gioco da quella online, del tipo: gridare “rilancia qualsiasi”, ” (call any) vedi qualsiasi”, ” (fold any)lascia a qualsiasi puntata” prima che l’azione di gioco fosse vicina a lui; non capendo come mai le fiches non si muovevano da sole verso il centro del tavolo; non lasciando la mancia al dealer; andando continuamente alla cassa per sapere quanti soldi erano rimasti sul suo conto.

“Da un lato, stavo un po’ male per lui”, ha dichiarato il giocatore Mike Hutton, “ma dall’altro, è stato maledettamente divertente. Voglio dire, c’è tizio che continua ad andare avanti come se ci fossero dei tasti, che continua a parlare ad alta voce a sé stesso e si sconvolge quando le altre persone possono sentirlo … mio Dio. ”

“Mi è capitato di essere piuttosto ubriaco ad un tavolo di poker”, ha continuato Hutton, ” a volte mi dimenticavo a quale gioco stavo giocando, o di essere in un torneo. Ma non sono mai stato così ubriaco da cercare di disattivare la protezione “all in” in un gioco dal vivo”.